Amo la montagna non solo per la bellezza dei paesaggi o per la soddisfazione nella fatica, ma anche per le storie che sa raccontare, per le emozioni che sa trasmettere e per tutte le cose che mi sa insegnare.

martedì 2 aprile 2013

Mica son morto

Il rifugio Sette Selle
No no, ci mancherebbe, son ancora qui. Diciamo che dopo un lungo infortunio (operazione alla spalla) hsto riprendendo ora a camminare e soprattutto a rimettermi in forma.
Da settembre ad oggi ho salito solo la cima del Cornetto nel Gruppo della Vigolana -se non sbaglio era la fine di ottobre- e a fine gennaio ho fatto un'escursione col Cai di Dolo al Rifugio Sette Selle. Quindi davvero molto poco.
Ma adesso si ricomincia...
Ah, dimenticavo, vi ricordate che avevo iniziato il corso per diventare Ase (accompagnatore sezionale di escursionismo)? Se volete dare un'occhiata http://suenzopaltrodo.blogspot.it/2012/05/corso-per-accompagnatore-sezionale-di.html 
Bè a febbraio ho dato gli esami e sono passato. Yesssssssss
Queste le novità sostanziali e adesso: AL LAVORO

sabato 15 settembre 2012

Via Ferrata del Marmol

Il Bivacco Sandro Bocco 

E finalmente sono andato a vedere il nuovo bivacco Sandro Bocco al Marmol e con l'occasione abbiamo portato su anche un po di materiale. 
Siamo partiti da Case Bortot, caratteristica località nei pressi di Belluno, carichi come muli. Abbiamo raggiunto in circa 3h 20' il rifugio 7° Alpini, per il sentiero 501, dove ci siamo riposati e rifocillati prima di iniziare la ferrata. Il sentiero fino al rifugio alterna tratti ripidi con brevi passaggi in falso piano, ma sono comunque 934 metri di dislivello e l'ultimo tratto è stato denominato Calvario. Dal rifugio si segue il sentiero che conduce al Porton, particolare struttura rocciosa a volta, alla sinistra de quale attacca la ferrata. La via presenta alcuni tratti esposti e verticali e richiede sicuramente esperienza e capacità tecniche. In particolare uno stretto camino, mette a dura prova le proprie caratteristiche e in più piovono un bel numero di sassolini gentilmente concessi da eventuali escursionisti che ci precedono. Fare attenzione.

Superato il bivio con la ferrata Zacchi che conduce alla famosa Gusela del Vescovà, la via segue una esposta cengia che ci porta alla base di una parete, non impegnativa ma lunga, che permette di alzarci notevolmente di quota. Purtroppo noi siamo saliti in mezzo alle nuvole basse impedendoci di vedere un minimo di panorama, ma alla fine siamo stati pienamente soddisfatti.
Il bivacco Sandro Bocco al Marmol lo abbiamo raggiunto dopo circa 3 ore di salita.
Il bivacco è stato appena installato, vedi post precedenti, e lo abbiamo quindi trovato in ottime condizioni, speriamo che l'educazione e il rispetto dei frequentatori, lo conservi tale.
Per qualsiasi segnalazione riguardante il bivacco o le vie di accesso potete scrivermi direttamente in quanto sono io il custode.
Le foto: https://picasaweb.google.com/106652315257729774799/FerrataMarmolEBivaccoSandroBocco

sabato 25 agosto 2012

Cima dei Gravinai

La cima da Goima
Questo itinerario lo descrivo molto sommariamente in quanto tracciato da una guida alpina della Val di Zoldo (almeno così ho capito) e non è certo un percorso facile da seguire anzi, visto che non è descritto su nessuna relazione e lungo il percorso non vi sono segnalazioni a parte un paio di ometti, possiamo dire che non è affatto facile da intuire.
Si parte dal Passo Duran e si segue il sentiero che conduce al Viaz dei Cengioi. Si risale ripidamente fino all'inizio del Viaz stesso e si salgono le pareti a sinistra fino a raggiungere la cima. Per la discesa abbiamo invece seguito la via normale che scende sul versante est del gruppo del San Sebastiano lungo il Van de i Gravinai per poi, seguendo la variante dell'alta via n° 1, siamo rientrati al passo.
Il bello di questa escursione è stata l'assoluta mancanza di riferimenti. La via di salita l'abbiamo dovuta cercare, canalino per canalino, passo per passo, sbagliando in più occasioni. Ad ogni errore corrispondevano salite con passaggi di secondo, ghiaioni instabili e qualche splendido strapiombo sotto gli scarponi. L'ho etichettata come la salita più difficile che abbia mai affrontato.
Le foto: https://picasaweb.google.com/106652315257729774799/CimaDeiGravinai

lunedì 20 agosto 2012

Sulla Strada degli Alpini


Oh cavolo che giro spettacolare. Si lo so, lo scrivo quasi ogni volta, ma che ci posso fare se ogni giro mi entusiasma?Si parte da Campo Fiscalino alla fine della strada della Val Fiscalina, nei pressi di Sesto. Si segue il sentiero 103 inizialmente quasi in piano, per poi impennare fino a raggiungere il rifugio Zsigmondy-Comici. Fin qui 770 metri di dislivello e circa 2:30 di cammino. Noi abbiamo pernottato, ma prima di mangiare e dormire, abbiamo fato una capatina fino al rifugio Pian di Cengia, aggiungendo al dislivello altri 350 metri circa.

Al mattino, abbondante colazione e poi via, seguendo il sentiero 101 che sfiora le pendici della Croda dei Toni (anche detta Cima Dodici) e che conduce in Forcella Giralba da cui si può raggiungere facilmente anche il Rifugio Carducci. Ma non è il nostro itinerario. Poco prima di raggiungere la forcella, il sentiero volge a sinistra in prossimità del Lago Ghiacciato portandoci direttamente all'attacco del sentiero attrezzato.
La via ferrata non presenta difficoltà particolari degne di note, ma comunque, tagliando a mezza parete la Cima Undici, lo strapiombo è sempre presente alla nostra sinistra. Ho visto decine di escursionisti non attaccare i moschettoni nemmeno nei tratti più esposti. E poi dicono che la montagna è pericolosa!!!!!!!!! Si prosegue sempre in quota, con scorci sulle Tre Cime di Lavaredo, Cristallo, ghiacciai austriaci e tutte le vette delle Dolomiti di Sesto, fino a raggiungere la Forcella Undici. Da qui si può scendere nuovamente a Campo Fiscalino o proseguire per il sentiero 101. Qui la struttura della parete rocciosa cambia notevolmente divenendo friabile e sconnessa. La via comunque risulta sempre adeguatamente attrezzata. Un piccolo balzo roccioso su canalino ghiacciato (attenzione allo scioglimento del ghiaccio che porta a valle numerosi sassi), probabilmente l'unica reale difficoltà tecnica della ferrata, ci fa superare gli ultimi metri di dislivello per il famoso Passo della Sentinella. Da qui, seguendo sempre il sentiero 101, si scende al rifugio Berti e quindi al rifugio Lunelli dove avevamo lasciato un'altra macchina. Una nota: nella tabella tempi di alcune guide scrivono che dal Passo della Sentinella al Rifugio Berti ci vuole circa un'ora. Sarà stata la stanchezza, ma ne abbiamo impiegate più di due. Il ghiaione non è da sottovalutare: nel tratto iniziale è ripido, nella parte più a valle, si muovono sassi ad ogni passo, tanto che il sentiero in alcuni tratti risulta "franato" ma sempre facile da riconoscere.
Le foto: https://picasaweb.google.com/106652315257729774799/SullaStradaDegliAlpini

mercoledì 15 agosto 2012

IL GRAN PARADISO 4061 m: Un conto aperto da 8 lunghi anni


Ebbene sì, da 8 lunghi anni sognavo questo momento: mettere piede sul 4000 la cui cima porta un nome che meglio non potrebbe adattarsi al mio papà, morto 8 anni fa, ma anche lui grande appassionato di montagna come me: il Gran Paradiso!
Mio papà si spense il 29 luglio 2004 dopo quasi due mesi di malattia, e per cercare di staccare un po' la spina da quella tragica realtà mi iscrissi ad un'escursione sezionale della SAT di Fiavè che aveva luogo sul Gran Paradiso il 31 luglio e il 1 agosto del 2004. Senza preparazione nè acclimatamento sufficiente arrivai a quota 2800 m circa e dovetti tornare indietro al rifugio. L'anno successivo ci riprovai da solo, ma la situazione non volle cambiare, a quota 3400 m le mie forze cedettero ancora davanti a questo gigante alpino, unica consolazione il bel panorama sul Monte Bianco che rimasi a contemplare per più di un'ora seduto sul ghiacciaio. Mi dissi: DEVO TORNARE, E CI TORNERO', finchè non arriverò in vetta! Ora, sono passati 8 anni dal primo tentativo, allenamento ne ho fatto parecchio, ma un 4000 è pur sempre un 4000! Venerdì 10 agosto son partito da solo da Padova in auto fino a Pont in Valsavarenche. Dopo 5 ore di macchina inizia il sentiero: 2 ore di autostrada di terra sotto un sole caliente per giungere al Rifugio Vittorio Emanuele II a 2735 m. Sabato è il turno di una giornata di acclimatamento: allora alle sette parto col freddo, da solo e mi dirigo verso la cima della Tresenta 3609 m, percorrendo la vasta morena e rimanendo impressionato da quanto i ghiacci si sono ritirati in 7 anni. Arrivo a quota 3120 m, mi guardo intorno e mi dico: Toh! Sono sulla cima del Pelmo ( come quota... ) invece sono ancora in mezzo ad una valle di sassoni e rocce montonate... Fiato, forze, battito cardiaco sono a posto... Torno indietro al rifugio per una cioccolata calda.... Quindi ripercorro il sentiero a ritroso e che mi trovo davanti? Uno splendido stambecco maschio che mi fissa a 10 metri da me. Non voglio intralciargli la strada penso, quindi devierò un po' a destra! Butto l'occhio a destra e vedo un altro stambecco ma stavolta a debita distanza: se questa è una femmina meglio non frapporsi fra lei e il maschio... Meglio andare a sinistra va'!
Giunto al rifugio mi incontro con la guida alpina che avevo prenotato insieme ad un altro ragazzo ed una ragazza, facciamo due chiacchiere e prepariamo il materiale per il giorno seguente. Stavolta la vetta deve essere nostra! La notte incombe, piena di dubbi: CE LA FARO' OPPURE NO? Questa domanda mi ha assillato per un paio d'ore finchè non sono riuscito a prendere sonno. Ma le 3:30 del mattino giungono in fretta: Colazione al volo e pronti per partire! Dopo un paio d'ore di morena ( 600 m di dislivello ) arriviamo al ghiacciaio del Laveciau a 3355 m, mettiamo i ramponi e con grande pazienza risaliamo il crepacciato ghiacciaio in direzione del Colle della Becca di Moncorvè a 3850 m. Volto testa e gambe a sinistra e che vedo: la madonnina della vetta!! Finalmente: ADESSO NON MI FERMA PIU' NESSUNO, arriverò sicuramente in cima. Le cordate sono numerose e la gente verso al vetta si accavalla per toccare la madonnina, ma non mi interessa, io ci arriverò con le mie forze ed il mio tempo! Allo scoccare della 5 ora di marcia siamo arrivati: metto i piedi sulla roccia sommitale... Ancora non ci credo: SONO IN VETTA, 4061 m! Ce l'ho fatta!!!! Il panorama è vastissimo a 360° Dal Monviso al Monte Bianco, al Cervino, alle vette del Monte Rosa al Monte Emilius e ad altre numerose vette a me ignote... Ora però è il momento di scendere, la via di discesa è la medesima della salita, ma a questi 1300 m di dislivello che mi separano dal rifugio se ne aggiungeranno altri altri 750 per tornare a Pont e nuovamente 5 ore di macchina per tornare a casa!! Ma non importa: La vetta agognata è stata raggiunta, il resto? Il resto sono dettagli di secondaria importanza!

VIDEO DELLA SALITA: Salita al Gran Paradiso 2012

martedì 7 agosto 2012

Il nuovo bivacco Sandro Bocco al Marmol

Il nuovo bivacco Sandro Bocco - Marco Zago
Nel pomeriggio del 27 luglio, con spettacolare trasporto in elicottero, è stato installato il nuovo bivacco Sandro Bocco al Marmol, di proprietà della sezione di Dolo del Cai, sulla spalla est della Schiara a 2266 metri di quota. 
La nuova struttura si trova quasi alla fine dell'omonima ferrata che sale dal Rifugio Settimo Alpini ed è raggiungibile anche dall'opposto versante, partendo dal Rifugio Bianchet o dal Rifugio Pian di Fontana passando per la Forcella Nerville.
Il nuovo bivacco, simile nella forma al precedente, è già operativo e in grado di accogliere sei escursionisti, nella precedente struttura ve ne stavano nove; Sarà intitolato come sempre a Sandro Bocco, caporale del 7° Reggimento Alpini, caduto nel 1967 durante un'esercitazione sul Rinaldo, e cointitolato a Marco Zago precipitato col Falco durante una perlustrazione di una frana a Rio Gere.
L'inaugurazione è fissata per il 16 settembre, seguirà il programma ufficiale.

Su questo link del Cai Veneto, alcune foto dell'operazione di installazione
http://www.caiveneto.it/news.asp?ua=311



sabato 4 agosto 2012

Due giorni sulle Cinque Torri

Si parte per il secondo giorno di scalate
L'avevo scritto sul post del grande inizio che quella non sarebbe stata l'ultima volta. Ed ecco che per festeggiare il compleanno di mia moglie, ho organizzato una bella due giorni sulle Cinque Torri ad arrampicare. In compagnia di due grandi amici, siamo saliti al Rifugio Scoiattoli il venerdì mattina e dopo aver prenotato il pernotto al rifugio, ci siamo portati sotto la Torre Quarta Bassa per iniziare questa, per noi è così, avventura. 
Legati in due cordate, per poter meglio seguire la Ale alla sua prima esperienza, ci abbiamo impiegato il tempo previsto e nonostante una piccola variante al percorso della via, siamo giunti in vetta.
Visto le condizioni meteo non perfette, decidiamo di salire la Torre Latina, ma solo io e Andrea riusciamo a salire, una fitta pioggia ci impone una rapida discesa in doppia, mentre Filippo e la Ale erano ancora la primo tiro. Fuga strategica in rifugio e dedizione, quasi totale, al riposo, al stare in compagnia, giocare a carte e mangiare come vitelli. 
Il giorno dopo, orfani di Andrea costretto a rientrare, ci siamo portati sulla Torre Romana per salire il camino......Niente da fare, l'inesperienza ci consiglia di rientrare e attacchiamo quindi la Latina visto che Filippo e la Ale non erano riusciti a farla. 
Alla fine non abbiamo fatto molto, ma di sicuro un po di esperienza l'abbiamo incassata; E poi, diciamocelo, siamo ancora parecchio imbranati. Alla prossimaaaaaaaa

Le foto: https://picasaweb.google.com/110737210737616266453/CinqueTorri

domenica 22 luglio 2012

Bivacco Slataper - Escursione Cai Dolo

Il Rifugio San Marco

LE IMMONDIZIE PESANO E INGOMBRANO POCHISSIMO, PORTATELE A CASA, NON LASCIATELE IN MONTAGNA.

Davvero una bella escursione alle pendici del Sorapiss. Abbiamo lasciato le macchine al parcheggio della seggiovia che, fin troppo comodamente, ci porta al Rifugio Scotter-Palatini. Da qui, inizialmente per brevi tratti su ghiaie e poi per boschi, seguiamo il sentiero per il Rifugio San Marco. Mi aspettavo un rifugio ultra moderno, da turisti della domenica, mega tecnologico e invece è una straordinaria struttura vecchio stile, superbamente incastonata nel complesso panoramico. Davvero molto bello e accogliente. 
Da qui, si segue il sentiero per la Forcella Grande. Si sale ancora un po su bosco per poi seguire un ripido canalino detritico che non presenta difficoltà particolari se non qualche possibilità di muovere dei sassi. Si sale ripidi e senza tregua fino alla forcella dove, come un sipario, si apre una spettacolare veduta sulla parte alta della Valle di San Vito. E ancora, quasi a darti il benvenuto, la Torre dei Sabbioni spicca con la sua mole   maestosa. 
Dalla Forcella Grande, si segue sulla sinistra per continuare a salire su ghiaioni fino al Bivacco Slataper. Il Bivacco risulta in condizioni pietose.... Sono rimasti solo tra posti letto, il tavolino, le panche e 

UNA MONTAGNA DI IMMONDIZIE SIA ALL'INTERNO CHE NELLE CREPE DELLA ROCCIA CHE CIRCONDANO IL BIVACCO. Se vedete persone che lasciano immondizie in montagna, raccoglietele e fategliele mangiare.

E' scandaloso come delle persone possano lasciare una tale quantità di sporcizia. Insieme agli amici del Cai abbiamo cercato di raccogliere il più per riportarlo a valle. Un sacco delle immondizie solo dall'interno del bivacco: bottiglie di plastica, scatolette di tonno, cartacce, bottiglie di vetro ecc. ecc.
Fortunatamente non è bastato questo per rovinare la gita, anzi. La compagnia è stata come sempre piacevolissima. Nonostante i 1000 metri di dislivello, la consiglio vivamente per gli ambienti in cui si sviluppa.


sabato 21 luglio 2012

Alta Via del Granito - Diciamo solo Rifugio Brentari

Il lago nei pressi del Rifugio Brentari
Eh già già già, doveva essere una tre giorni da paura percorrendo l'alta via del Granito nella zona del Lagorai e tutto sommato lo è stata, ma solo per il maltempo. 
Venerdì sveglia alle 4:30 per raggiungere con la necessaria calma Malga Sorgazza (punto di partenza  e arrivo dell'alta via) e quindi il Rifugio Brentari. Fin qui non abbiamo avuto problemi, ma poi le peggiori condizioni atmosferiche non si sono fatte attendere. Nebbia, pioggia, temporali ci hanno impedito di proseguire in direzione della vetta della Cima D'Asta e poi rientrare al rifugio come da programma. Vabbè poco male, rinunciamo alla vetta con rammarico, ma in fondo abbiamo ancora due giorni per farci passare il prurito e quindi si cazzeggia in rifugio fino all'ora di cena. 
Abbiamo mangiato divertendoci in compagnia, giro de graspe e Parampanpoli e poi via a sghignazzare come bambini in camerata. 
Durante la notte i temporali ci hanno fatto compagnia con una semplice e piccola pausa verso le 2:30 quando sono uscito dal rifugio per godermi una stellata straordinaria. 
Al mattino il cielo si presenta coperto e minaccioso. Decidiamo di tentare la salita alla vetta alla quale avevamo rinunciato il giorno prima, ma non c'è nulla da fare, la montagna non ci accoglie. Appena partiti, una scarica di lampi e tuoni ci fa fare immediatamente marcia indietro. E dopo aver atteso in rifugio che cessasse l'acquazzone, abbiamo intrapreso la via del ritorno a casa. L'Alta Via del Granito non ci ha concesso le sue grazie. Ritenteremo. 

Le foto: https://picasaweb.google.com/110737210737616266453/Brentari



domenica 15 luglio 2012

Transcivetta 2012

Oh cavolo che gara!!!!!!!!!!!!
Tanto per cambiare comincio col dare i numeri: 
32a edizione, 1350 concorrenti, 1950 metri di dislivello solo in salita, 23,5 chilometri di lunghezza. Ah dimenticavo, 10 centimetri di acqua e 20 centimetri di fango. Eh si, possiamo dire che il meteo non ha aiutato. Alla partenza un acquazzone ci ha dato il benvenuto accompagnandoci da Listolade fino a alla Capanna Trieste. Poi fortunatamente, pur rimanendo sotto un cielo nero, non ha più piovuto. 
I miei tempi? Da Listolade a Capanna Trieste 40 minuti, da Capanna Trieste al Rifugio Vazzoler 50 minuti, dal Vazzoler al Rifugio Tissi 1 ora e mezza e dal Tissi, passando per il Lago Coldai e l'ononimo rifugio, fino alla Malga Pioda e poi giù ai Piani di Pezzè 1 ora e 53 minuti. Totale, per non farvi fare troppa fatica, 4h 53' 25''. Non male, almeno per me. Tenete conto che i "camosci" che han vinto con un tempo di 2h 08' 55''.
Che dire, mi sa tanto che non sarà l'ultima gara che faccio in montagna. E' tutta un'altra cosa rispetto alla maratona o comunque le corse su strada. E quindi.....alla prossima.

mercoledì 11 luglio 2012

Le Cime Gemelle: Cima Trento e Cima Brunella


GRUPPO MONTUOSO: CIMA D'ASTA - SOTTOGRUPPO DI RAVA
Località/valle di partenza Malga Sorgazza m 1450 – Val Malene ( Pieve Tesino )
Percorso M.ga Sorgazza m 1450 – Lago di Costa Brunella m 2021 – 
               F.lla Quarazza m 2275 - forcelletta m 2495 ca. – 
               Cima Trento m 2530 - Cima Brunella m 2526
Punto di partenza M.ga Sorgazza m 1450
Quote massime Cima Trento m 2530 – Cima Brunella m 2526
Dislivello 1150 m
Tempo complessivo 9h
Difficoltà   E Da Malga Sorgazza a F.lla Quarazza 2275m 
                    EE la risalita di un ripido canalone su erba e sfasciumi instabili
                    Alpinistica PD la salita ad entrambe le cime:
              pass. finale ESPOSTO attrezzato, su Cima Trento
                    passaggi esposti su muretti, cenge, placche appoggiate (1° e 2°)
                    pass. finale DECISAMENTE ESPOSTO attrezzato su Cima Brunella
                    calata in doppia di ca. 20m. per Cima Trento 
                    calata in doppia di ca. 20m. per Cima Brunella
Segnaletica Segnavia 328 fino a F.lla Quarazza m 2275 -
                    traccia debolmente marcata nel canalone fino al forcellino m 2495 -
                    traccia debolmente marcata sulle vie normali alle due cime
Punti d’appoggio Malga Sorgazza m1450
Accesso Pieve Tesino, m 850
Cartografia CAI-SAT – Cima d’Asta - Gruppi di Rava e Tolvà – scala 1/25000
Interesse prevalente paesaggistico – alpinistico

RELAZIONE:
  
AVVICINAMENTO:
Da Malga Sorgazza ( 1450 m ) si prende il segnavia 328 che procede a zig-zag verso ponente, risalendo tutta la Val del Lago, ed incrociando a quota 1800 m il bivio con il sentiero 367 per Malga Quarazza. Tralasciando tale sentiero si procede, sempre in salita, pervenendo in breve allo sbarramento artificiale del Lago di Costabrunella ( 2021 m ). Da qui, si oltrepassa la casa dell'ENEL e si comincia a costeggiare il versante Nord della Cima di Costabrunella ( 2253 m ) prima, e della Corona di Costabrunella ( 2309 m ) poi, per giungere comodamente a Forcella Quarazza ( o Forzelìn dei partigiani q 2275 m ), punto d'attacco per le normali di Cima Trento e Brunella, le cui creste digradano verso SSE, delimitando un ripido canalone erboso ( inclinazione max ca. 45° ) e solcato da zone franose alto 220 m circa.
Tale canalone è necessario percorrelo tutto, cercando i passaggi più comodi ( SE CE NE SONO ! ) per guadagnare la piccola forcella a quota 2495 m che separa la Cima Trento a sx dalla gemella Cima Brunella a dx.

--- CIMA TRENTO---
Dal forcellino si volta le spalle ad un anfratto caratteristico e si sale un canalino di 3-4 metri di sfasciumi di 1°, che termina in un praticello molto ripido ed esposto da attraversare fino alla paretina finale. Da qui, risalire il camino obliquo verso dx per circa 20 m fino al passaggio finale ESPOSTO ( costituito da un masso incastrato ma attrezzato con catena ). Una volta superato il masso tondo e rugoso che costringe ad una posizione strapiombante, le difficoltà terminano e risaliti gli ultimi 10 metri di prato si è in vetta alla cima più alte del Sottogruppo di Rava!
Per scendere, la via è la stessa, ma per superare il masso incastrato è utile uno spezzone di corda per approntare una doppia di circa 20 metri, che conduce alla base del camino obliquo, proprio all'altezza del ripido praticello esposto. Ancora pochi minuti e si è di nuovo al forcellino q. 2495 m.

--- CIMA BRUNELLA---
Tornati al forcellino, si entra nell'anfratto caratteristico che ci eravamo lasciati alle spalle per salire la Cima Trento, all'uscita si risale anche qui un breve canalino di sfasciumi molto instabili che fanno pervenire ad un dosso erboso esposto con delle deboli tracce di passaggio. Con attenzione si rimonta detto dosso verso Nord e poi si scende ad una esile quanto esposta forcella erbosa, si sale a zig zag, sempre verso nord un secondo dosso erboso che termina ad una piccola paretina che occorre scendere in libera ( passaggio scomodo, esposto, di 2° ). Alla base di questa, si percorre una esile e molto aerea cengia rocciosa, lunga una decina di metri che precipita a picco sul Lago di Costabrunella da una parte e sull'alta Val Orsera dall'altra. Alla fine di questa cengia si è al passaggio chiave della Brunella: un muro roccioso verticale DECISAMENTE ESPOSTO, alto circa 2,5 m, attrezzato fortunatamente con un gradino metallico, due catene e per l'uscita due chiodi fissi. L'attrezzatura sembra molta, ma serve tutta! Scavalcato il muro, rimangono da affrontare due placche appoggiate ed esposte. Fare attenzione al termine della prima placca sotto il roccione sommitale, lì si trova il punto di ancoraggio per effettuare la calata in doppia sempre da 20 m per riportarsi alla base del muro verticale.
Dalla fine della prima placca, si procede un paio di metri a dx e si rimonta la seconda placca, un po' più inclinata della precedente e più esposta con un passaggio aereo di 1° al suo termine, che segna finalmente l'arrivo in vetta a Cima Brunella q. 2526 m.
Discesa per la stessa via.


Relazione di Marco Bressanini – Little Boy
Io e Little Boy sulla Cima Brunella

domenica 8 luglio 2012

Via Ferrata Tridentina - Corso Escursionismo Avanzato Cai Dolo

Il gruppo del 17° Corso di Escursionismo Avanzato
Questa, per quanto sia perennemente strapiena di gente, rimane comunque una delle più belle ferrate delle Dolomiti.
Siamo partiti con calma da Dolo nella speranza che la coda in ferrata si fosse già smaltita; Speranza vana, all'attacco ci troviamo davanti i cugini del Cai Mirano anche loro alle prese con l'ultima escursione del loro corso di Escursionismo Avanzato......e dietro di noi, altro gruppone giunto sul Gardena con un autobus. Niente male se non per le cinque ore in parete procedendo con passo al limite della noia. Fortunatamente la compagnia è ottima. Little Boy, Betty, Eliana e Gianpietro i miei "vicini" di salita con i quali chiacchierare nell'attesa di avanzare. 
E dopo una buona cena e una ciacolata da competizione, non ci poteva mancare una "abbondante" dormita (all' una di notte ero fuori del rifugio a veder le stelle).
Al mattino abbiamo proseguito l'escursione risalendo il Vallon di Pisciadu attraversando un paio di nevai e scalando un breve tratto di roccette. Niente da ridire sul panorama che si può godere da quassù. L'immenso pianoro del Sella è qualcosa di straordinario. Dalla Capanna Fassa sul Piz Boè, il Sass Pordoi, il mare detritico che conduce allo sbocco della ferrata Meisules.....lo scenario è infinito e mozzafiato.
Da qui abbiamo seguito in quota il sentiero che conduce verso il rifugio Boè e poi, deviando a sinistra, abbiamo raggiunto la forcella dalla quale si attacca il sentiero per la Cima Pisciadu. La salita non è impegnativa a livello fisico, ma sicuramente richiede una notevole dose di attenzione, sia per la presenza di qualche breve passaggio su roccia, sia per la frequente caduta di sassi. Dalla cima è ben visibile tutta la seconda parte della ferrata, compreso il ponte, e il rifugio Cavazza. Una volta scesi dalla cima, per la stessa via di salita, e un breve tratto attrezzato per tornare al rifugio, abbiamo iniziato la discesa lungo la Val di Mezz Dì.
Per le relazioni della ferrata rimando, come sempre, ai siti specializzati.

Le foto: https://picasaweb.google.com/110737210737616266453/FerrataTridentina

domenica 17 giugno 2012

SUL BELVEDERE DI MEZZ' DI' - Uscita Cai Dolo

Bellissima escursione in una delle zone più selvagge della Val di Zoldo. Si parte da Baron, piccola frazione di Forno di Zoldo.

La parte iniziale dell’escursione si svolge quasi esclusivamente in un fitto bosco di latifoglie seguendo una variante del segnavia 531. Si cammina su comodo sentiero, in falso piano con qualche rada salita, fino a raggiungere la casera Col Marsang (1290 m). Si prosegue ora, sempre su comodo sentiero fino a raggiungere un impluvio dal quale, una volta superato, si procede seguendo il sentiero a destra (532) che inizia ripido la risalita sotto le Cime di Col Pelos. Al termine della salita (600 metri di dislivello abbastanza sostenuti) si raggiunge la forcella del Col Pelos a 1900 metri di quota. Siamo in un terreno impervio e l’ambiente è solitario e selvaggio, lontano dai classici sentieri del turismo di massa.
Ormai il grosso del dislivello è stato superato; si prosegue lungo il sentiero 532 che presenta qualche breve (20 metri circa) traverso sconnesso su ghiaioni che richiede passo sicuro e confidenza con terreni dissestati. Ora si raggiunge comodamente la cima del Belvedere.
Dal Belvedere si scende in direzione ovest fino al Rifugio Sora ‘l Sass (1588 m) e poi, per sentiero 534, si rientra a Baron passando per la caratteristica casera di Mezzodì. La discesa non presenta nessuna difficoltà.
Lo Spiz Belvedere di Mezzodì è un grandioso punto di osservazione che offre un panorama straordinario su tutta la Val Zoldana. Si avranno davanti agli occhi il Tamer, San Sebastiano, Gardesana, Civetta, Moiazza, Spiz de Zuel, Pelmo, Punta, Penna, Col Duro, Rite, Croda Marcora, Antelao, Bosconero, Col Pelos e Petorgnon. Uno spettacolo che gratifica e ci ripagherà per tutte le fatiche e difficoltà fin qui superate.


Il video del panorama dalla cima 

lunedì 28 maggio 2012

20 Regioni = 20 Cime

L'idea c'è, adesso basta metterla in pratica. Italia, una nazione, venti regioni ed ognuna con la sua cima più alta. Quindi non ci resta che partire per la cima più alta di ogni regione......
Ecco la lista:

RegioneVettaMassiccioAltezza
 AbruzzoCorno GrandeGran Sasso d'Italia2.912 metri
 BasilicataSerra DolcedormePollino2.267 metri
 CalabriaSerra DolcedormePollino2.267 metri
 CampaniaMonte CervatiCilento1.899 metri
 Emilia-RomagnaMonte CimoneAppennino tosco-emiliano2.165 metri
 Friuli-Venezia GiuliaMonte CogliansAlpi Carniche2.780 metri
 LazioMonte GorzanoMonti della Laga2.458 metri
 LiguriaMonte SaccarelloAlpi del Marguareis2.201 metri
 LombardiaPizzo ZupòBernina3.996 metri
 MarcheMonte VettoreMonti Sibillini2.476 metri
 MoliseMonte MetaMonti della Meta2.242 metri
 PiemontePunta NordendMonte Rosa4.609 metri
 PugliaMonte CornacchiaSubappennino Dauno1.152 metri
 SardegnaPunta La MarmoraGennargentu1.834 metri
 SiciliaEtna---3.340 metri
 ToscanaMonte PradoAppennino Tosco-Emiliano2.054 metri
 Trentino-Alto AdigeOrtlesGruppo Ortles-Cevedale3.902 metri
 UmbriaCima del RedentoreMonti Sibillini2.448 metri
 Valle d'AostaMonte BiancoMassiccio del Monte Bianco4.810 metri
 VenetoPunta PeniaMarmolada3.342 metri

Previste per quest'estate le vette Punta Penia (Veneto) e Monte Coglians 
(Friuli Venezia Giulia)
Nel prossimo autunno si prevede di conquistare le cime del 
Monte Prado (Toscana),Monte Cimone (Emilia Romagna), Monte Vettore 
(Marche) e Cima del Redentore (Umbria).
Seguiteci........









domenica 27 maggio 2012

Da Revine Lago al Pian De Le Femene

Ottimo allenamento domenica, su questo percorso, ottimo anche per la mountain bike, che porta da Revine Lago fin su al Pian De Le Femene. Si sviluppa su una distanza di circa 12 km con un dislivello di 910 m (solo salita). 
Il percorso ha inizio da Sottocroda, un borghetto di caratteristiche case in pietra che si trova lungo la statale che da Revine porta a Cison di Valmarino. Superato il bivio per Tarzo, si trova questa piccolissima stradina sulla destra. Si superano le case e si seguono le indicazioni per Posa. E via, su come treni fino al Pian. Ho chiuso la salita in 2h 04', non male.
Io l'ho fatta per allenarmi in vista della TransCivetta, gara podistica in montagna che prevede una cosuccia tipo 1950 metri di dislivello e 23,5 km di lunghezza, che si terrà a metà luglio. Ci sarà da divertirsi.
Vi terrò aggiornati sugli allenamenti....

Info
Transicivetta
Percorso Revine - Pian De Le Femene